Intervista all’autore Gianluca Giusti “Sono fermo mi muovo”

Sono fermo mi muovo Frontale

Ciao Gianluca, sono lieta di aver recensito in tuo ultimo libro, “Sono fermo mi muovo”, e ora facciamo due chiacchiere in proposito!

– Gianluca, come è nato questo libro? Credo abbia uno scopo ben preciso ce lo vuoi spiegare?

Ciao Lara e un caro saluto ai tuoi lettori che ringrazio per dedicare qualche minuto a questa intervista. Il libro nasce da una intuizione di Silvia Motroni, amica di vecchia data e consigliere comunale, che una bella mattina mi telefona. Con il suo garbo e intelligenza mi invita a riflettere su quanto farebbe bene alla nostra cittadina se riuscissi a scrivere qualcosa per tornare a parlare in termini positivi di quella che fino a qualche anno fa, era considerata: le Terme d’Europa. L’idea mi è sembrata grandiosa ma oltre al “qualcosa” non mi ha lasciato altri spunti su cui lavorare, quindi mi sono ingegnato su cosa poter scrivere per non banalizzare tutto o rimanere nello stretto mondo della guida simil-turistica con annesse le bontà del luogo con contorno di ristoranti, vie e trattorie. Lo scopo mi chiedi? Lo scopo è preciso e mirato e credo raggiunto dando però un tocco di originalità al racconto che con vari stratagemmi non viene mai meno, o almeno spero. Montecatini, come molte altre città vive purtroppo un momento di decadenza e di crisi troppo cronica, ben oltre quindi la normale accettazione temporale di cronicità. Eppure ha tutto per essere un luogo di eccellenza in grado di vincere o contenere questo stallo economico. Credo che ognuno, nel suo piccolo possa fare la sua parte e io, accogliendo l’assist di Silvia ho cercato di dare il mio personale contributo, scrivendo non per questa città ma insieme alla città. La dott.ssa Silvia Motroni mi ha anche concesso il privilegio, che ci tengo a sottolineare, di scrivere una bellissima prefazione.

– Leggendo mi tocca l’anima, la stessa forse di chi lo ha scritto, e di chi lo leggerà, qual è e com’è il tuo rapporto con la tua città?

Grazie Lara! Il libro credo riesca a incuriosire per tante ragioni anche se riconosco che per molti aspetti tende a indugiare nel rimpianto. Forse nasce dal fatto che Montecatini è stata grande, noi la vorremmo sempre così mentre in questo momento non riusciamo più a tornare su certi livelli, almeno per adesso. Ecco che allora il passato è come un nodo che ci prende alla gola. Ma non è questo il punto. Quello che ho voluto creare è un duplice sentimento: portare chi non è mai stato qui a volerci venire incuriosito dai luoghi dove i due protagonisti vanno a vengono per una settimana. Chi c’è stato invece a rivivere le cose belle che ha visto e perché no, volerci tornare nuovamente. Noi aspettiamo tutti, vecchi e nuovi per offrirgli il meglio che abbiamo non solo nel centro cittadino ma anche nelle nostre colline, il mare, l’appennino e le numerose città toscane di rara bellezza, tutte a un passo da qui. Il rapporto è di forte attaccamento alla terra che mi ha visto nascere e vivere, al colle di Montecatini Alto che ogni giorno ci sorveglia discretamente. Te ne vai per un po’ ma poi torni, qui hai tutto, le tue origini e la tua identità appartengono a questi luoghi. Se so chi sono è anche perché so da dove vengo.

– L’emozione o le emozioni più forti che hai provato nelle ricerche e nello scriverlo?

L’emozione più grande è stata quella di voler portare a termine il compito che direttamente mi era stato affidato. Avrei potuto anche dire di no oppure: bello ma sai… non ho tempo, forse tra un po’. Lo scatto d’orgoglio ha prevalso. Legato al fatto che Silvia durante quella telefonata mi ha detto una cosa straordinaria: solo tu puoi farlo. Caspita, come si fa a non buttarsi nell’avventura. Ho sentito e provato una grande responsabilità che invece di inibire le idee le ha rese al contrario disponibili e su quelle mi sono inventato come presentare la città ai lettori in modo, come dire? Un po’ informale.

– Hai scritto un’opera come sempre non convenzionale e non banale, è nel tuo stile, ma questa è particolare, ovvero forse diversa da ciò che scrivi solitamente, hai trovato difficoltà e se si quali? (anche se conoscendo lo scrittore che sei, io non credo …)

In realtà c’è stata una difficoltà di cui però non mi ero reso conto. La racconto, così i lettori potranno divertirsi a conoscere il dietro le quinte di come è nato questo libro. Ho buttato giù la prima bozza pensando che l’idea era buona, dove bastava solo correggere alcuni passaggi, poi fare l’editing e vai con la festa. L’ho fatta leggere a Silvia che ancora una volta, da valido co-protagonista del progetto, mi chiama a rapporto. Mi dice senza mezzi termini: guarda che così non va Gianluca, siamo piatti. Serve un elemento che caratterizzi la scena. “Un elemento che caratterizzi la scena”. Le critiche servono, ma non a demolire e distrugge ma ad aiutare a costruire. Sono uscito dal nostro incontro con questo mantra incessante de: un elemento che caratterizzi la scena, un elemento che caratterizzi la scena…così per alcuni giorni perso nel nulla più assoluto ma sapendo intimamente, che aveva ragione. Si ma quale? Cosa avrebbe potuto determinare quella caratteristica tanto particolare al mio scritto da renderlo oltre modo curioso e avvincente? L’intuizione è stata quella di pensare a un secondo protagonista, un po’ sui generis, che mi accompagna per tutto il tempo. Wilson era appena stato inventato. Appare all’improvviso, una mattina, e nessuno lo vede tranne me, non parla con nessuno e non parla neanche con me ma posso assicurare i lettori che per il suo modo di fare e la sua bizzarra maniera di interagire con la storia è davvero lui l’elemento che caratterizza la scena.

– Hai già altri progetti letterari in cantiere?

Al momento no ma chi lo sa? Wilson potrebbe anche tornare per dare vita a un’altra storia, a un altro racconto caratterizzando ancora una volta, la scena.

Come sempre ringrazio Gianluca Giusti per la sua disponibilità e per la sua passione di scrittore che è davvero grandiosa! Sicuramente consiglio a tutti la lettura della sua nuova opera.

Lara Bellotti
Agente letterario

Pubblicato da Evasioni Culturali

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